LLM locali con Ollama: perché i modelli non vivono solo nel cloud
Ollama segna un cambio di paradigma: l’intelligenza artificiale non deve per forza vivere nel cloud. Eseguire modelli LLM localmente significa maggiore controllo, sicurezza e prevedibilità dei costi, senza rinunciare alla potenza dei modelli generativi. Il futuro sarà ibrido dove la vera innovazione sta nella sovranità dei dati e nella capacità di scegliere dove far vivere l’AI.
Lucian Diaconu
Frontend SeniorL’intelligenza artificiale torna in azienda
Negli ultimi due anni, il cloud ha reso l’intelligenza artificiale accessibile a tutti: bastava una chiave API e qualche riga di codice per integrare modelli generativi in qualunque applicazione.
Ma la corsa all’AI “as-a-service” ha mostrato presto i suoi limiti: costi imprevedibili, vincoli di sicurezza, dipendenza dai provider e poca personalizzazione.
Oggi una nuova tendenza si sta affermando, silenziosa ma dirompente: l’AI locale.
In particolare, strumenti come Ollama stanno riportando i modelli linguistici (LLM) dentro i confini dell’azienda — letteralmente, su laptop e server privati.
Perché non tutto deve vivere nel cloud
Il cloud è stato (e resta) il principale acceleratore dell’AI moderna.
Ma nel contesto enterprise, il “tutto in cloud” non è sempre sostenibile.
Tre motivi concreti lo dimostrano:
- Sicurezza e compliance.
I dati aziendali sensibili non possono sempre uscire dal perimetro.
Settori come sanità, finanza o pubblica amministrazione impongono che i dataset restino on-premise.
E anche dove la normativa lo consente, molte organizzazioni scelgono il data sovereignty per ridurre il rischio reputazionale. - Costi di utilizzo variabili.
Un LLM in cloud costa poco in fase di test, ma molto in produzione.
API come quelle di OpenAI o Anthropic hanno un modello a consumo: perfetto per sperimentare, meno per gestire migliaia di chiamate quotidiane.
E quando il CFO riceve la prima fattura a cinque zeri, la “scalabilità elastica” diventa improvvisamente un problema. - Personalizzazione e controllo.
I modelli generici, per quanto potenti, non conoscono il linguaggio specifico di un’azienda o di un dominio tecnico.
Addestrare o adattare un modello in cloud spesso significa dipendere da pipeline chiuse, policy rigide e black box difficili da auditare.
Cos’è Ollama e perché sta cambiando il gioco
Ollama è una piattaforma open source che consente di eseguire localmente modelli linguistici (LLM) di grandi dimensioni, come LLaMA, Mistral, Gemma o Phi.
In pratica, permette di scaricare, avviare e usare LLM in locale, senza dipendere da API esterne.
Perché è interessante per il mondo enterprise?
- Privacy by design: i dati restano nel perimetro aziendale.
- Controllo totale: puoi scegliere il modello, il tuning, la memoria, i log.
- Integrazione nativa: Ollama espone endpoint REST compatibili con le API di OpenAI → puoi sostituire un modello cloud con uno locale senza cambiare codice.
- Performance: con GPU moderne (o anche CPU di fascia alta), le latenze sono accettabili per molti casi d’uso reali.
In altre parole, Ollama è l’equivalente AI di Docker: un contenitore leggero per modelli linguistici.
E proprio come Docker ha democratizzato il deploy delle applicazioni, Ollama sta democratizzando l’AI.
Esempio pratico: installare e usare Ollama in 5 minuti
Per capire davvero quanto Ollama semplifichi l’uso dei modelli locali, vediamo un caso reale.
Immagina un’azienda che vuole testare un assistente interno per il supporto tecnico, ma senza inviare dati sensibili al cloud.
Ecco come potrebbe fare.
1. Installazione
Su macOS o Linux è sufficiente:
curl -fsSL https://ollama.com/install.sh | sh
Su Windows, basta scaricare l’eseguibile dal sito ufficiale di Ollama.
2. Esecuzione di un modello
Per avviare ad esempio Mistral, uno dei modelli open più leggeri e performanti:
ollama run mistral
Questo comando scarica il modello e apre una sessione interattiva locale.
Tutto gira sulla tua macchina, nessun dato esce dal perimetro.
3. Integrazione via API
Ollama espone un endpoint REST compatibile con OpenAI.
Un esempio di chiamata in curl:
curl http://localhost:11434/api/generate -d '{
"model": "mistral",
"prompt": "Spiega cos’è l’architettura esagonale in 3 righe."
}'
Risposta (esempio):
{
"response": "L’architettura esagonale separa il dominio dall’infrastruttura..."
}
4. Integrazione in un’applicazione
Se già usi un SDK OpenAI (per esempio in Python):
import openai
openai.api_base = "http://localhost:11434/v1"
openai.api_key = "ollama"
response = openai.Completion.create(
model="mistral",
prompt="Genera un sommario del documento tecnico allegato"
)
print(response.choices[0].text)
Zero modifiche al codice: basta cambiare l’endpoint.
Risultato: l’azienda ottiene un prototipo di chatbot interno sicuro, con costi prevedibili e pieno controllo sui dati, senza rinunciare alla potenza dei modelli generativi.
Quando (e perché) scegliere un LLM locale
Portare un LLM on-premise non è una scelta ideologica, ma strategica.
Ecco alcuni scenari in cui ha davvero senso:
- Prototipi sensibili: chatbot interni, knowledge base su dati proprietari.
- Edge computing: dispositivi o fabbriche che non possono dipendere da una connessione continua.
- Training incrementale: adattamento di modelli su documentazione o repository aziendali.
- AI-assisted coding locale: strumenti di code suggestion che non inviano snippet all’esterno.
In questi contesti, la latenza leggermente maggiore viene ampiamente compensata da privacy, prevedibilità dei costi e controllo operativo.
Cloud + Local: il nuovo equilibrio
L’AI moderna non è una questione di “o cloud o locale”: è una strategia ibrida.
Molte aziende stanno adottando architetture miste, dove:
- i modelli più grandi e generalisti (GPT-4, Claude, Gemini) restano nel cloud,
- i modelli specializzati o sensibili (documenti interni, customer data) vengono gestiti in locale o su cloud privato.
Questo approccio “best of both worlds” permette di bilanciare sicurezza e potenza, aprendo la strada a un’AI più sostenibile e personalizzabile.
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Conclusione: sovranità dei dati, autonomia dell’AI
La nuova frontiera dell’intelligenza artificiale non è più (solo) nella potenza dei modelli, ma nel luogo dove vivono.
L’AI del futuro sarà distribuita, ibrida e sotto controllo.
E chi saprà combinare cloud e locale con intelligenza, avrà un vantaggio competitivo reale: meno dipendenza, più padronanza.
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